La gestione degli scarti di produzione è un parametro essenziale di efficienza di un’azienda, essenziale per misurare l’Overall Equipment Effectiveness (OEE). Parti difettose o lavorazioni malriuscite abbassano infatti la qualità complessiva e il valore del prodotto, rallentano il ciclo produttivo e rappresentano un costo non necessario da computare.
Considerando la questione più in termini generali, gli scarti nel settore manufatturiero sembrano davvero incidere molto: qualche anno fa Forbes riportava una stima in base alla quale il 20% di ogni dollaro investito verrebbe perso. E gli scarti sarebbero responsabili di buona parte di questa percentuale, sia nella forma di prodotti difettosi messi in commercio, sia in quella di componenti della lavorazione inutilizzabili perché non conformi.
Così stando le cose, come gestire gli scarti di produzione senza sprechi di risorse? Proviamo a considerare 4 passi da fare per riuscirci, e le soluzioni tecnologiche più idonee a supportare l’impresa.
Tenendo a mente un obiettivo primario, quello di abbattere la quantità di scarti prodotti, ma considerando anche il modo per estrarne comunque valore. E facendo in modo di migliorare l’efficienza produttiva complessiva.
La fase di progettazione di un prodotto è cruciale anche per limitare by design la produzione di scarti.
Gli applicativi specializzati in questo compito, tipicamente quelli di PLM, possono così limitare a monte la produzione di scarti, per esempio selezionando determinate materie prime o definendo particolari processi produttivi. Se integrati con gli altri applicativi di gestione aziendale come ERP e MES, così, riescono ad allineare meglio la fase di progettazione a quella operativa, con un notevole guadagno in termini di efficienza.
Grazie a questi strumenti è possibile, allora, valutare l’effettiva fattibilità di un nuovo prodotto in rapporto alla capacità produttiva, oppure incorporare le best practices aziendali nelle nuove progettazioni.
Ancora, in fase di design di prodotto si potranno valutare pro e contro dei materiali anche in termini di gestione degli scarti. Preferendo magari a quelli più impattanti o meno duttili altri più idonei al riutilizzo, e ammortizzando così anche i costi ambientali della produzione. Uno studio riportato da McKinsey&Co segnala per esempio che, mentre le scelte in fase di design di prodotto sono responsabili di appena il 5% del suo costo finale, influenzano invece fino all’80% della sua impronta ecologica.
Una volta ottimizzato il design di prodotto come sopra, un secondo step consiste nella gestione delle risorse a disposizione.
Per assicurarsi una gestione ottimale, è necessario in primo luogo analizzare le performance delle linee di produzione. Molti scarti sono in effetti conseguenza di problemi a livello di plant floor, con macchinari non adeguati a svolgere determinate lavorazioni, o in condizioni non ottimali. Un intervento ancora preventivo su questi aspetti potrà allora ridurre ab origine la quantità di scarti prodotti.
In secondo luogo, occorre esaminare a fondo materie prime e altri elementi della distinta base. Attraverso il controllo qualità sulle merci in ingresso, la valutazione dell’affidabilità dei fornitori, procedure di stoccaggio correttamente eseguite. Queste e altre procedure serviranno a “filtrare” i materiali in modo da impiegare solo quelli idonei e conformi.
In entrambe le situazioni possono aiutare applicativi di gestione come MES ed ERP. Grazie al primo infatti si ottiene piena visibilità sulle linee di produzione, si monitorano i parametri di efficienza e ci si assicura che le lavorazioni siano conformi ai dettami della distinta. Un ERP, invece, consente di estendere tale visibilità all’intera supply chain, e quindi consente una più corretta gestione degli approvvigionamenti, controlli più accurati sulle merci in ingresso e sulle procedure di immagazzinamento e stoccaggio.
Sia MES sia ERP, meglio ancora se integrati a dovere, ci aiutano così ancora una volta a prevenire la formazione di scarti di produzione ottimizzando i processi di filiera e le condizioni di efficienza dei macchinari.
Un processo produttivo impostato in questo modo garantisce una notevole riduzione degli scarti. Per diminuirli ulteriormente, si può fare un altro passo, che è quello del monitoraggio in real-time delle lavorazioni.
Verificando puntualmente l’OEE dei macchinari, eseguendo controlli qualità minuziosi in tempi ridotti, coordinando le diverse fasi della lavorazione in modo da ridurre sovraccarichi o idle times, si riesce in effetti a orchestrare un ciclo di lavorazione quasi waste-free.
Ancora, un monitoraggio del genere aiuta a intervenire tempestivamente per correggere eventuali disallineamenti o criticità. Ciò impedisce, una volta di più, che si producano scarti o, peggio ancora, che il prodotto finale sia difettoso o non conforme.
Soluzioni di gestione integrata MES-ERP, avvicinando livello attuativo e decisionale, abilitano questo tipo di controllo. Meglio ancora, offrono un framework efficace anche in ambienti ad elevata automazione.
Governando un network di macchinari connessi secondo le logiche dell’Industry 4.0, è possibile allora guidare i movimenti sulle linee quasi come dei direttori d’orchestra. E ridurre notevolmente lo scrap rate.
Quelle viste finora sono misure sostanzialmente di tipo preventivo, che aiutano a ridurre considerevolmente gli scarti di produzione. Ridurre ma non eliminare del tutto.
Uno step ulteriore da fare consiste allora nel predisporre un piano organico di classificazione e trattamento per gli scarti che comunque vengono prodotti. Che non sono tutti uguali, se è vero che alcuni possono essere riciclati come sottoprodotti, mentre altri sono inutilizzabili e vanno perciò smaltiti nella maniera più opportuna e in linea con le normative in materia.
Mettere a punto un sistema efficiente di individuazione, classificazione e successivo trattamento degli scarti serve così a evitare ulteriori sprechi di risorse per l’azienda, oltre che a prevenire intoppi procedurali anche notevoli.
Ancora una volta, tale sistema funziona decisamente meglio se fa capo a una soluzione di gestione centralizzata come un ERP. Questo perché un applicativo del genere fa circolare meglio le informazioni dai vari dipartimenti, riuscendo così a snellire le pratiche amministrative e ad assicurare la giusta visibilità anche in procedure delicate come quelle relative allo smaltimento rifiuti.
La gestione degli scarti di produzione è un processo che impatta su ogni azienda manifatturiera.
Dalla capacità di completare un ciclo di lavorazioni con quote minime di scarti si misura, infatti, l’efficienza di un impianto e la capacità strategica di allineare l’idea di prodotto al risultato finale.
Operando in questo modo, con l’ausilio di applicativi specializzati per le esigenze del manifatturiero come TeamSystem Enterprise e insieme a System Integrator specializzati come CATA, si possono ottenere grandi risultati. Un passo ulteriore, e necessario, è però quello della gestione concreta degli scarti, che anche se in quantità minimali vanno comunque trattati. E anche in questo frangente, una soluzione di gestione come quella appena citata può migliorare le cose, assicurando processi agili e massima trasparenza sulle operazioni da svolgere.