Quanto vale investire in 4.0 per le PMI

Quanto vale investire in 4.0? Una piccola e media impresa (PMI) italiana potrebbe porsi questa domanda, soprattutto in un periodo come quello attuale in cui la crisi pandemica ha causato un rallentamento generalizzato nella propensione agli investimenti. Se si guarda ai recenti dati diffusi tramite il Rapporto di previsione sull’economia italiana del Centro Studi Confindustria, la risposta al quesito su quanto vale investire in 4.0 è molto chiara. Il Rapporto si riferisce agli anni 2017 e 2018, poiché si basa sulle ultime dichiarazioni dei redditi disponibili. I benefici fiscali per la spesa riguardante attività innovative, introdotti prima nel Piano Industria 4.0 e poi nel Piano Impresa 4.0, hanno contribuito in maniera determinante alla digitalizzazione delle imprese, in special modo delle PMI. Sono state principalmente due le misure di maggior successo nei rispettivi Piani 4.0, il superammortamento e l’iperammortamento. Quest’ultima misura, in particolare, ha determinato una crescita degli investimenti superiore perfino alle stime.

 

Quanto vale investire in 4.0: più di 25 miliardi in un biennio

L’iperammortamento, infatti, ha spinto nel 2017 a investire 10,2 miliardi di euro in macchinari e attrezzature industriali, a fronte di una previsione di 7 miliardi di euro. Una cifra che nel 2018 ha raggiunto il valore di 15,2 miliardi. In percentuale, l’incremento è stato dell’11% nel 2017 e del 15,8% l’anno successivo. È interessante notare che la maggior parte delle aziende, pari all’84,7%, prima delle agevolazioni del 2017 non aveva mai investito in tecnologie 4.0. Si tratta di un vasto campione di realtà produttive con bassa digitalizzazione non solo nell’ambito di tecnologie di frontiera, ma anche in quello dei sistemi ICT tradizionali quali, per esempio, possono essere i software ERP (Enterprise Resource Planning) o MES (Manufacturing Execution System). Evidentemente l’opportunità delle agevolazioni fiscali, e in primis dell’iperammortamento, ha visto una platea molto numerosa di PMI rispondere concretamente alla domanda su quanto vale investire in 4.0. Tanto da innescare percorsi di innovazione che altrimenti non si sarebbero mai avviati.

 

Quanto vale investire in 4.0 dal punto di vista occupazionale

Un altro aspetto messo in rilievo nel Rapporto del Centro Studi Confindustria è la correlazione tra investimenti in tecnologie 4.0 e aumento dei tassi occupazionali. Si calcola che tale incremento, tra gennaio 2017 e marzo 2019, sia stato nell’ordine dei 7 punti percentuali rispetto alle altre aziende che non hanno beneficiato delle agevolazioni fiscali. L’incremento ha riguardato soprattutto giovani, operai specializzati, conduttori di impianti e macchinari, ed è avvenuto anche all’interno di PMI presenti sul territorio meridionale della Penisola. Un dato che, per un verso, conferma lo stretto legame tra tecnologie abilitanti, competitività e produttività; per l’altro, smentisce i timori che un paradigma 4.0 portato avanti nelle industrie possa causare la sostituzione dell’uomo da parte di macchine e robot. La domanda su quanto vale investire in 4.0, perciò, può anche essere formulata in chiave negativa: quanto verrebbe a costare in termini di perdite occupazionali continuare a non investire in 4.0?

 

Verso la conferma del credito d’imposta per gli investimenti 4.0

La Legge di bilancio 2020 ha modificato i meccanismi di agevolazione preesistenti, sostituendo il Piano Impresa 4.0 con il Piano Transizione 4.0. Al posto del superammortamento e dell’iperammortamento adesso è previsto il credito d’imposta per l’acquisto di beni 4.0 e di beni strumentali. Sapremo più avanti se questi provvedimenti agevolativi, confermati nella relazione tecnica allegata alla bozza delle Legge di bilancio 2021, hanno ottenuto i medesimi risultati dei precedenti. Sul piatto ci sono 23,8 miliardi di euro con l’ipotesi di fruizione dei crediti nell’arco di tre anni. In attesa che sia varata la nuova Legge di bilancio, fino al 31 dicembre è possibile usufruire dei crediti di imposta contemplati nel Piano Transizione 4.0 tuttora in vigore, eventualmente anche di ordini il cui saldo avverrà entro il 30 giugno 2021, ma per i quali sia stato già versato un acconto del 20%. Un’occasione per le PMI che possono scoprire così davvero quanto vale investire in 4.0.

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