Lo schedulatore a capacità finita serve alle PMI? Tutti i pro e contro

Cosa si intende per schedulatore a capacità finita, e qual è il suo potenziale in un contesto di piccola e media impresa?

La risposta alla prima domanda, per chi opera nel manifatturiero, è abbastanza semplice. Parliamo di uno strumento che aiuta a organizzare le lavorazioni in un ciclo produttivo in base alla disponibilità effettiva di risorse. In altri termini, uno schedulatore a capacità finita traduce le indicazioni di una distinta base in un calendario di operazioni da eseguire per ottenere un prodotto finito nei tempi previsti e con la massima ottimizzazione di tempi e costi. Ne abbiamo già parlato in questo blog, sottolineando il suo ruolo centrale in una fabbrica 4.0.

Uno strumento del genere vive per sua natura sulla disponibilità di informazioni aggiornate e differenti: i dati sugli approvvigionamenti, tempi e costi di produzione, gli ordini già ricevuti, quelli programmati e così via.

Uno schedulatore a capacità finita deve perciò essere inserito in un’infrastruttura gestionale ben integrata, così da ricevere e trasmettere informazioni sia verso il plant floor sia verso lo shop floor. Se ben utilizzato, un elemento del genere è un valore aggiunto notevole per l’azienda.

Se i vantaggi di lavorare con uno schedulatore a capacità finita sono dunque innegabili, si applicano a tutti i contesti? Questo strumento funziona, in altri termini, oltre che per le grandi aziende anche per le PMI? CI sono pro e contro verso la sua adozione da parte di queste ultime?

Proviamo a valutarli, partendo proprio dalle possibili obiezioni alla sua introduzione.

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Possibili svantaggi nell’uso di uno schedulatore a capacità finita in una PMI

1. I costi
Una PMI è per necessità particolarmente attenta agli investimenti che fa. L’introduzione di un modulo di schedulazione a capacità finita all’interno della propria infrastruttura di gestione non è sicuramente a costo zero. Inoltre, richiede una fase di rodaggio e ridefinizione del modus operandi corrente. Se non ben gestita, dunque, può esser controproducente ai fini degli obiettivi di business da raggiungere.

2. L’integrazione nel sistema in uso
In particolare per le PMI del manufacturing, più avvezze a usare soluzioni gestionali customizzate, introdurre un nuovo software non è affatto semplice. Tanto più nel momento in cui uno schedulatore a capacità finita si basa proprio su data flow efficienti e pluridirezionali per dare i migliori risultati. L’integrazione nel sistema in uso diventa allora un’operazione delicata e non sempre consigliabile a meno di un radicale ripensamento complessivo.  

3. La facilità di utilizzo
È forse un luogo comune quello per cui nelle PMI ci sia maggiore resistenza all’innovazione. Certo è vero che le realtà medio-piccole hanno un margine ridotto per investimenti ad alto rischio o ripensamenti radicali delle proprie procedure produttive. Il timore di doversi relazionare con una soluzione troppo complessa da gestire può allora essere fondato. Uno schedulatore a capacità finita, anche per questo, deve essere uno strumento accessibile e di utilizzo agevole per gli operatori.

 

I vantaggi concreti nell’uso di uno schedulatore a capacità finita in una PMI

Vediamo ora i punti a favore dell’adozione di uno schedulatore a capacità finita in una PMI manifatturiera. Non sorprende vedere come i potenziali “contro” appena citati possano rivelarsi altrettanti “pro”.

1. I costi
Uno schedulatore a capacità finita può essere un booster di produttività, e quindi ridurre notevolmente i costi di produzione. Questo perché, appunto, è in grado di orientare le lavorazioni verso la massima efficienza, tenendo conto di tutti i fattori in gioco. La disponibilità di risorse, il carico di lavoro dei macchinari, la domanda certa e quella prevista. Queste e altre variabili hanno impatto elevato sui cicli produttivi, e uno schedulatore può gestirle al meglio.

2. L’integrazione nel sistema in uso
Uno schedulatore ben integrato, come è il caso del modulo previsto nei sistemi gestionali TeamSystem, aumenta la visibilità sul plant floor e permette di prendere decisioni informate a quando occorre impostare la produzione in azienda. Funge da elemento di connessione tra più dipartimenti e livelli del ciclo produttivo, e in questo modo contribuisce a costruire un sistema gestionale coeso e di piena efficienza.

3. La facilità di utilizzo
Al di là della usability specifica del software da utilizzare, uno schedulatore a capacità finita facilita il lavoro degli operatori anche in altri modi. Per esempio ottimizzando le operazioni da svolgere ed evitando sovraccarichi o ridondanze. Oppure riducendo i tempi di esecuzione di una manovra o evitando gli idle times frequenti quando la disponibilità di risorse è incostante o limitata.

Sembra chiaro, dunque, per rispondere alla domanda nel titolo, che uno schedulatore a capacità finita serve anche alle PMI. Se integrato a dovere nel sistema gestionale in uso, magari con l’aiuto di operatori con esperienza specifica nel settore, può anzi massimizzarne la competitività.

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