Una migrazione software è sempre possibile. Anche se il programma in questione è un sistema gestionale realizzato su misura e ampliato negli anni per assecondare le esigenze di business dell’azienda. Forse, anzi, proprio per questo una migrazione software è necessaria.
La customizzazione è sicuramente un plus per le aziende, ma nel tempo può dare problemi di non poco conto. Ne sono già convinti molti manager, che però esitano per vari motivi tra i quali:
Sono preoccupazioni comprensibili, e in certa misura suffragate dai dati, se è vero che i processi di migrazione non sempre riescono. Per esempio, all’interno del panel selezionato dal Panorama ERP Report 2023 è risultato che circa il 37% delle aziende hanno speso più del previsto; il 9,3% molto più del previsto.
Questo e altri rischi concreti tuttavia non dovrebbero impedire di procedere, perché i benefici sono largamente superiori. Secondo lo stesso report, l’83% delle aziende interpellate ha poi raggiunto il ROI preventivato. In particolare se si scelgono software validi come TeamSystem Enterprise, e partner IT all’altezza, è possibile allora ridurre al minimo i rischi e massimizzare i benefici.
Vi abbiamo appena accennato. Oltre al pericolo di un investimento avventato, e quindi di spendere (molto) più del previsto per ritardi o incidenti di percorso, il timore principale è propriamente operativo.
Se il software da migrare è il gestionale aziendale, in effetti, si parla del cervello dell’azienda, il fulcro di tutti i processi che ne regolano l’operatività. Una migrazione eseguita male o non completa comporta quindi prima di tutto una perdita di efficienza e competitività.
Il passaggio avventato a un nuovo sistema gestionale può tra l’altro comportare incompatibilità con gli altri applicativi dell’ecosistema aziendale. Il rischio, in questi casi, è quello di non poter più accedere a determinate procedure, o farlo in maniera inefficace.
Ancora, altri pericoli riguardano i downtime operativi. Parliamo quindi dell’eventualità di dover fermare le attività per periodi più o meno prolungati durante la fase di migrazione. È un problema apparentemente minore che in realtà non lo è per niente. Pensiamo alle aziende del manifatturiero che producono a ciclo continuo, o ad altri ambiti nei quali il tempo è letteralmente denaro.
Visti i rischi, consideriamo ora le opportunità di una migrazione software, in particolare quando il punto d’arrivo è il gestionale di TeamSystem.
È facile constatare che le seconde sopravanzano largamente i primi.
Una migrazione software riuscita consente per prima cosa di disporre di un sistema più aggiornato ed evoluto, che esegue gli stessi compiti con maggiore efficienza. Enterprise, nello specifico, conta su una interfaccia utente semplificata e un assistente virtuale che riducono tempi e margini d’errore nell’esecuzione delle operazioni.
Una migrazione software, poi, è anche occasione per rivedere e reingegnerizzare le procedure aziendali. TeamSystem Enterprise riesce, in questo senso, a efficientare diversi processi riducendo i passaggi necessari a eseguirli. Inoltre, mette a disposizione un’ampia gamma di funzionalità e così permette di velocizzare e controllare da una sola interfaccia più settori di attività.
Ancora, una migrazione software permette in molti casi di interfacciarsi con nuove applicazioni. Crea insomma un ecosistema software più organico e funzionale agli obiettivi di business presenti e futuri. Non è un vantaggio da poco, considerando come la digitalizzazione dei processi aziendali moltiplichi la quantità degli applicativi in uso e la complessità delle loro relazioni.
Un sistema non di ultima generazione, per quanto customizzato a dovere, spesso non riesce a gestire a dovere tali relazioni. Una migrazione software verso TeamSystem Enterprise serve allora a ridefinire collegamenti, dipendenze e interazioni. Sempre con un occhio di riguardo alle specificità del settore in cui si opera. Se ciascun settore ha le proprie peculiarità, il software di TeamSystem si adatta alle diverse esigenze con moduli ad hoc e funzionalità personalizzate.
A fronte di queste opportunità, come procedere con la procedura di migrazione vera e propria?
Ci sono diversi approcci a una migrazione software, non tutti consigliabili. L’approccio cosiddetto big-bang è, per esempio, decisamente rischioso perché gioca tutto sulla riuscita della migrazione, che non è sempre garantita. Più auspicabile, forse, un approccio phased, graduale, che preveda momenti di testing e feedback, così da mantenere sempre la possibilità di tornare indietro se necessario.
In ogni caso, una procedura così impegnativa richiede un attento lavoro di mappatura e studio, per esaminare articolazioni e dipendenze del sistema gestionale. La migrazione potrà così procedere senza intoppi ed evitando di precludere il collegamento ad applicativi esterni o perdere dati preziosi.
Ancora più importante sarà contare su un team dedicato di riferimento, che possa seguire a tempo pieno la procedura e monitorare da vicino lo stato dei lavori.
Infine, è opportuno affidarsi a system integrator esperti. Un team come quello di C.A.T.A. informatica, infatti, potrà seguire l’azienda cliente esaminando punti di forza e punti deboli del sistema attuale e quindi supportandolo nel delicato processo di migrazione software.
Impiegando tutta l’esperienza maturata in decine di operazioni analoghe, e il know-how specifico di partner qualificato TeamSystem, C.A.T.A. potrà allora assicurare una migrazione software senza intoppi e l’accesso a un sistema gestionale più potente e aggiornato.
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